SMART WORKING: SINTESI PRO E CONTRO

La pandemia ci ha permesso di valutare la reale possibilità di utilizzo del “lavoro da remoto”, che abbiamo di volta in volta chiamato Smart Working, Lavoro Agile, Home Working, Telelavoro … in funzione del settore industriale, della tipologia di organizzazione di appartenenza o del contratto ivi applicato. A tale proposito vorremmo evitare da subito eventuali incomprensioni associate alla nomenclatura, perché vorremmo concentrarci sui vantaggi e svantaggi di un generico lavoro svolto da remoto – dal punto di vista dell’azienda, del dipendente e dell’ambiente – indipendentemente dalle sue possibili implicazioni contrattuali.

Per far questo ci siamo appoggiati ad un recente studio, condotto dal Politecnico di Milano (*), che ha ben sintetizzato i seguenti vantaggi per le aziende:

  • un generale miglioramento della produttività (particolarmente nel caso in cui l’organizzazione sia pronta a lavorare per obiettivi e sia dotata di strumenti per monitorare la qualità del lavoro ed il raggiungimento degli obiettivi stessi);
  • una generale riduzione dell’assenteismo (il lavoratore riesce a svolgere qualche piccola incombenza personale in parallelo all’attività lavorativa e non ha bisogno pertanto di usufruire di specifici permessi);
  • una sensibile riduzione dei costi associati agli spazi fisici degli uffici (es. affitto, manutenzione, riscaldamento, illuminazione, …) e agli strumenti operativi, ancor di più se viene utilizzata la modalità BYOD (Bring Your Own Device), riferita ai dispositivi e ai collegamenti informatici messi a disposizione dal lavoratore.

I principali vantaggi per il lavoratore sono i seguenti:

  • la riduzione dei tempi e dei costi di trasferimento (non solo per il tragitto casa-lavoro, ma anche nel contatto con fornitori e clienti);
  • il miglioramento del work-life balance (specialmente se gli impegni familiari o personali vengono a intersecarsi spesso con gli orari lavorativi);
  • un generico aumento della motivazione e della soddisfazione dello smart worker.

I vantaggi per l’ambiente sono concentrati nella riduzione delle emissioni di CO2 (minore riscaldamento, minore utilizzo di mezzi privati), una certa riduzione del traffico e un migliore utilizzo dei trasporti pubblici, a tutto vantaggio della qualità dell’aria, particolarmente critica nelle vaste aree metropolitane.

Ma, come sempre, esiste anche l’altra faccia della medaglia.

Molte aziende hanno messo in evidenza alcune criticità legate alla mancanza di tecnologia e di competenze digitali. Infatti in questi periodi sono aumentati in modo esponenziale i data breach (accessi e furti di dati sia aziendali che personali), legati all’aumento del perimetro di sicurezza informatica, i cui confini comprendono spesso dispositivi e reti aziendali utilizzati privatamente dal lavoratore, ma anche viceversa. Inoltre molte aziende, che erogavano servizi correlati alle sedi fisiche degli uffici (es. pulizie, sicurezza, ristorazione, manutenzione), hanno dovuto ridimensionare il proprio personale a causa della forte riduzione del proprio business. Altro svantaggio è la perdita del rapporto diretto con dipendenti e colleghi che non può essere sostituita dal proliferare di videochiamate e video-riunioni, che sono da considerarsi come meri strumenti palliativi. Per non parlare dei colloqui lavorativi di recruitment su cui abbiamo già espresso il nostro parere in un recente Blog. A tale proposito ci piace sottolineare che le aziende non sono solo fatte da singoli lavoratori, riuniti in un organigramma e soggetti alle medesime procedure, ma anche da persone che mettono a disposizione la propria competenza e professionalità all’interno di un “sentire” aziendale comune.

I lavoratori hanno posto in luce una certa difficoltà a separare i tempi e gli spazi previsti per il lavoro da quelli dedicati alla vita privata (la carenza di ambienti isolati per lavorare e gli spazi fisici piccoli e promiscui sono stati particolarmente evidenti nelle città metropolitane). Inoltre si è palesata una certa difficoltà nel bilanciamento lavoro-vita (che ha anche evidenziato quanto il lavoro domestico gravi ancora sulle spalle delle lavoratrici e quanto la cura della prole incida sui tempi lavorativi della famiglia). Si è anche notata la percezione di un senso di isolamento e di abbandono da parte dell’organizzazione aziendale, suffragata dalla mancanza di rapporti informali diretti con colleghi e superiori (si è persa la famosa “pausa caffè”, che aveva lo scopo di rinsaldare alleanze, risolvere eventuali lievi contrasti e mettere a fattor comune le modalità empiriche di soluzione a problemi di ordine burocratico ed organizzativo).

Essendo una società di servizi informatici, specializzata nella produzione di software tecnologico, ACTION ICT ha sempre utilizzato una modalità di lavoro basata su progetti ed obiettivi. Pertanto si è trovata avvantaggiata nell’utilizzo dello smart working, sia nel periodo in cui ha dovuto applicarlo in forma emergenziale alla totalità del proprio personale (a causa della pandemia), sia in seguito come utile strumento da utilizzarsi nel ripensare il proprio modello organizzativo con l’obiettivo di agevolare il work-life balance dei propri dipendenti.

(*) www.osservatori.net – Politecnico di Milano

 

ACTION ICT (Febbraio 2022)

ACTION ICT è un’azienda di informatica giovane, dinamica e innovativa. Opera, sia a livello nazionale che internazionale, offrendo competenze professionali e soluzioni progettuali nell’ambito dell’ICT a clienti di medie e grandi dimensioni. Le nostre aree di eccellenza sono coperte da tre nostri centri di competenza: ACTION DATA (Big Data Analytics e Intelligenza Artificiale), ACTION APP (Web & Mobile Application) e ACTION IOT (Internet of Things e Robotica).

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